4.2 Impatto delle pensioni sul potere d’acquisto

Senza considerare uno specifico sistema pensionistico, si può dire che ciclicamente si presenta una recessione o una tendenza (sviluppo demografico sfavorevole, calo delle nascite o aumento dell’età media) che provoca un abbassamento delle pensioni reali rispetto a quelle calcolate.

Scenario atteso:                             

                  

La recessione provoca una caduta del patrimonio dei fondi o minori contributi pensionistici:

 

   rappresenta il mancato potere d’acquisto dovuto a una riduzione delle pensioni che provocherà una diminuzione permanente dei profitti delle imprese.

La questione è se il governo debba semplicemente accettare la situazione e intraprendere solo azioni volte a conservarla o assumere un atteggiamento proattivo.

 

In un sistema dove i pensionati sono sostitituiti dai giovani, si può presentare il problema di uno sfavorevole andamento demografico (il rapporto tra la popolazione economicamente attiva e i pensionati si riduce), a cui spesso si suggerisce di porre rimedio con un allungamento della vita lavorativa. Poiché vi sono sempre meno lavoratori in rapporto al numero di pensionati, sembra che la soluzione sia andare in pensione più tardi, in modo da mantenere invariata la spesa pensionistica.

In un sistema capitalistico, analogamente, quando scoppia la recessione colpisce e il patrimonio dei fondi pensione scende, gli aderenti al fondo sono costretti a lavorare di più e a risparmiare per più anni perché il capitale da loro accumulato non è più sufficiente a garantire una pensione adeguata.

In entrambi i casi, laddove la soluzione è rimandare il pensionamento, vi sono seri effetti collaterali.